Anche in pieno XXI secolo, l’Apocalisse di Giovanni continua ad essere uno dei riferimenti iconografici e delle fonti di ispirazione artistica più potenti ed influenti che ci siano. Difficile rimanerne fuori e non farsi prendere dal vortice di suggestioni che la lettura dei passi del celebre libro evoca ad ogni riga. Ed inevitabilmente ad ogni lettura e rilettura, anche dopo secoli di analisi minuziose e di interpretazioni che hanno eviscerato tutti i significati possibili del testo, viene spontaneo chiedersi se non ci sia una corrispondenza profetica tra gli avvenimenti descritti e quelli che viviamo nella nostra relata.
Come tutti i libri profetici, l’Apocalisse è un concertato di visioni sempre attuali, sempre declinabili al presente ed al prossimo futuro perché affonda le sue lame nell’angoscia della visione di un mondo malvagio e giunto alla fine del suo tempo, come quello che ci sembra di vivere.
Apocalisse Naturale Artificiale è una raccolta di dipinti dell’artista Aldo Galgano in cui la “rivelazione della fine dei tempi” è caratterizzata soprattutto dalla devastazione bionica e cibernetica dei corpi umani, dalla loro disumanizzazione tramite la meccanica e quindi dallo scollegamento progressivo ed inevitabile con la loro natura divina. Figure come il Biopardo o la Biomodella raggelano il sangue nel pensare alla loro futuribile veridicità, mentre Il Triangolo Divino mostra come la tecnica bussi alle porte del trascendente per entrare a farne parte nel nome della nuova religione scientista.
Nel Manifesto del Figlio Dell’Uomo, uno dottore è intento a “curare” una donna semi-bionica ed in basso si può leggere il programma di questa nuova era, si questa “rivelazione” (apocalypsis) artificiale che incombe su tutti noi come una profezia orwelliana: “La tecnica rende immortale la nostra anima. Privi dell’inconscio, senza arte, guerra, religioni… W l’ordine, W la pace”.
La Fine dei Tempi è servita. Appuntamento alla prossima.