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02/11/2020
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In questo 2020 rileggersi questo libro (pubblicato per la prima volta nella seconda metà degli anni Novanta) diventa un esercizio illuminante ed al contempo getta una luce sinistra su molti degli avvenimenti che stiamo vivendo o a cui assistiamo semplicemente come spettatori.
Peter Duesberg, professore di Citologia e Biologia Molecolare all’università dei Berkeley (California), nonché uno dei pionieri del campo dei retrovirus (famiglia a cui appartiene l’HIV) ed il primo studioso ad isolare un gene del cancro, scrisse questo libro per contestare in maniera netta l’ipotesi che l’Aids fosse causato da un virus e men che mai dall’HIV, virus assolutamente inerte ed incapace di ingenerare qualsiasi patologia nel corpo ospite.
Sostiene, inoltre che l’Aids non esiste neanche come malattia “autonoma” ma si tratta di un arbitraria inclusione sotto lo stesso cappello (il virus) di decine di patologie diverse con cause diverse, decorsi diversi e che colpiscono diverse categorie di persone.
E che i farmaci usati per “curare” la malattia non hanno fatto altro che aggravare l’immunodepressione già presente per altre cause, accusando senza mezzi termini l’AZT (azidotimidina) di aver causato una vera a propria strage di persone che avrebbero potuto curarsi benissimo in altri modi.
Per spiegare come sia stato possibile, Duesberg ci fa fare un viaggio all’interno di un mondo che conosce benissimo: il gigantesco apparato sanitario-industriale-farmaceutico (che diventa anche politico e mediatico) che col passare del tempo è diventato un Leviatano auto-referenziale, capace di muoversi in modo molto rapido e monolitico ovunque soffi il vento dei finanziamenti.
Questo apparato spesso non riesce a cambiare la strada intrapresa quando si accorge che è sbagliata, che si è infilato in un vicolo cieco, perché il farlo troppo bruscamente comprometterebbe troppe carriere, stipendi, fondi e fatturati.
Un viaggio fatto di date, nomi, pubblicazioni e decisioni politiche che hanno avuto e che hanno un impatto enorme sulla salute delle persone, ma che sfuggono ad una rigorosa logica “scientifica” basata sul dubbio, rispondendo solo a quella della sopravvivenza e della perpetuazione dell’apparato.
Ovviamente le tesi di Duesberg hanno trovato feroci oppositori, ma anche entusiasti sostenitori come il Premio Nobel Kary Mullis (creatore del procedimento RT PCR con il quale vengono analizzati oggi i famosi tamponi anti-covid che conosciamo) ed è difficile sintetizzare in poche parole il suo pensiero.
Ma che valga la pensa leggerlo ed avventurarsi in questo viaggio sorprendete e spesso sconcertante, quello è sicuro.

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